Intervista con Liana Marabini

Il giornale

Dopo The Gardener of God e Vivaldi, Liana Marabini, storica, scenografa e regista, specializzata nella storia della Chiesa e delle sue figure più rappresentative, si cimenta nel film sulla vita di John Henry Newman, il grande sacerdote inglese beatificato lo scorso settembre dal Papa in occasione del suo viaggio in Gran Bretagna. Incontriamo la Marabini che del film Il mondo invisibile è anche produttrice, tra un ciak e l’altro, mentre ha appena terminato di girare Scripta manent nel Principato di Monaco.

Com’è nata la decisione di fare un film su John Henry Newman?
«Ai miei occhi Newman rappresenta il sacerdote ideale, un’ispirazione per gli altri sacerdoti. È il Santo delle conversioni, ma il film è incentrato sulla storia d’amore assoluto di Newman con Dio, che lo porta a piangere di commozione e gioia per Lui anche quando viene assalito dai dubbi. Non solo sono toccati argomenti complessi e di attualità come la conversione, la liturgia, il tradimento e la castità dei preti, che lo stesso John Henry Newman aveva affrontato nell’ Inghilterra vittoriana e protestante dove i sacerdoti non fanno voto di castita. È voluta anche l’analisi del legame profondo, ma esclusivamente spirituale, tra Newman e Ambrose St. John, fonte di sospetti e curiosità morbosa che ho cercato di chiarire nel film».

In dieci minuti di trailer di Il mondo invisibile che Liana Marabini ci mostra in anteprima spicca la figura di Newman interpretato magistralmente dal Murray Abraham (premio Oscar per Amadeus) che a parte la straordinaria somiglianza con il sacerdote inglese trasmette a chi lo guarda tutta la passione, e la moralita’ del personaggio mantenendo una leggerezza inebriante in grado di coinvolgere senza stancare.

Quella di Murray Abraham è una scelta davvero azzeccata.
«Un attore strepitoso, molto comunicativo e credente, indispensabile per un ruolo di questo tipo, ed è entrato subito nel personaggio con la giusta spiritualità. I testi del film sono autentici, le parole sono di Newman, cosi come i paramenti del Cinquecento che ho donato ai Musei Vaticani. Con l’attore e dunque con l’uomo ho ripercorso idealmente tutta la vita di Newman dall’infanzia al sacerdozio alla conversione. Abbiamo girato una ventina di scene, circa un terzo del film, stiamo lavorando realmente in tutti i “luoghi di Newman”. Dopo Roma per fine anno, il set si trasferirà in Inghilterra dove gireremo tra Littlemore, Oscott, Birminghan e Oxford e si uniranno a noi Nastassja Kinski e Christopher Lambert».

Il mondo invisibile dovrebbe uscire a metà 2011. Al di là della celebrazione di Newman, quale messaggio Liana Marabini vuole trasmettere al pubblico?
«Cerco di mostrare il sacerdote ideale perch´ ritengo che in un momento cosi difficile della Chiesa travolta dagli scandali, i sacerdoti, ma anche i laici si debbano stringere intorno al Santo Padre e questo si fa valorizzando quei sacerdoti come Newman, che umanamente e spiritualmente si ispirano a Gesù. Inoltre in questo momento storico la Chiesa è in forte difficoltà però è giusto ricordare che vi sono state e vi sono anche figure nobili. Molti di loro sono amici miei e a loro oltre che al Santo Padre dedico questo film».

Liana Marabini regista e produttore di film sulla Chiesa e promotrice di altre iniziative tra le quali la Fondazione Mirabile Dictu, International Catholic Film Festival da lei presieduta, lavoro o passione?
«Entrambi, anche se non vivo il mio lavoro come un lavoro, ma come una missione».

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